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LUCY FESTIVAL | CONCEPT

Un senza mondo verrà da stelle nomadi, fracasserà le nostre menti frastornate, distruggerà tutte le nostre armate. Anche quelle che giurano Vangelo, si, anche quelle. Finirà l'epoca dei Bipedi per mano di un Ramingo delle Stelle..  
Gennaro di Biase, autore e giornalista del Mattino

Lucy è un atto poetico/fantascientifico attorno ad Homo Sapiens

Lucy è un festival multidisciplinare sulle nuove frontiere del contemporaneo: tra teatro, tecnologia e innovazione, per favorire la contaminazione tra cultura umanistica e sapere scientifico. 

Lucy è diffuso: mette in comunicazione città dell’Emilia Romagna a partire dal centro nevralgico Bologna-Forlì. Due città diversissime per storia e identità si uniscono per creare un ponte culturale che generi reti, interconnessioni, dialoghi: contaminazioni di pensiero, pubblico, artisti, studiosi, idee e ideologie. Con un occhio al passato (remoto, archetipico, mitico), uno al presente (scottante, urgente, confondente) e uno al futuro (scientifico, fantascientifico, utopico) Lucy aprirà ogni inverno l’Emilia Romagna ad un incontro tra passato e futuro, locale e regionale, nazionale e internazionale.

Lucy è un dispositivo che intreccia visioni del futuro a narrazioni del passato.  Un anello di congiunzione tra ciò che siamo stati e ciò che potremmo essere. Lucy è la madre dell’umanità: l’ultima generatrice comune di umani e scimpanzè, il passaggio da uno stato di natura mitico a un presente storico. Lucy è anche la luce, la Conquista del Fuoco, prima scoperta tecnologica: la nascita della creatività umana. Il Fuoco è conoscenza e tecnica, e insieme violenza ed epidemia: l’inizio della Ricerca, ma anche della Guerra. Lucy propone attraverso la contaminazione di arte e tecnologia, narrazioni antropologiche sull’uomo - sul suo rapporto con natura e vita - ma anche sui grandi eventi storici che attraversano l’umanità, con particolare attenzione a progetti artistici, workshop e conferenze che implichino l’uso di tecnologie immersive, drammaturgie innovative, suggestioni tecnologiche o digitali, esperimenti sonori, forme di audience gaming, incursioni nell'arte visiva. 

Mischieremo memoria arcaica, attualità storica e futuro mitico, attraverso il propagarsi dell’uso della tecnologia, per indagare l’impatto che l’essere umano ha sul mondo e sulla sua specie.

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Sblocco5 - Lucy festival
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2 | 8 DICEMBRE 
BOLOGNA | FORLI'

L’IMMAGINE DI LUCY 2022 E IL NOSTRO LOGO 

I piedi della prima donna e l’impronta digitale insanguinata

Homo Sapiens ha una famiglia: il segreto più custodito della Storia. Un fatto banale. Un' unica scimmia femmina, due figlie: una, madre di scimpanzè; l'altra, la nostra. Il pensiero ha un prezzo: cervello v/s muscoli. Culturismo intellettivo e mal di schiena. La nostra specialità? Cene con gli avanzi degli altri, a una sola portata: midollo. Animali di nessuna importanza: la chiave della nostra psicologia. E poi, il più grande salto in lungo della storia: Homo Sapiens, da schiappa della savana in vetta alla classifica. Troppo veloce il salto, così in fretta che il resto non fa in tempo. E neppure noi: inizio delle ansie sulla posizione che occupiamo, perciò doppiamente crudeli e pericolosi. Il pensiero ha un vantaggio: addomesticamento del fuoco. Una donna. Sola. Un bastoncino in mano. Ma appicca un incendio che brucia una foresta in poche ore: la chiave della nostra psicologia. La potenza degli altri animali è nella forza dei loro corpi. Noi, che non ne abbiamo, la rubiamo fuori. Addomesticamento del fuoco: presagio delle cose a venire. Cosa significa fuoco? Luce. Calore. Arma contro gli altri. Cucinare: la cosa migliore. Uccidere germi e parassiti. Velocizzare la digestione: intestino corto è una strada aperta a grandi cervelli. Un fuoco morto è incontrare la Notte. Un fuoco rubato è condannare a morte. Un fuoco creato è diventare dio. La Conquista del Fuoco é il Tipping Point dell'umanità, il punto critico: collasso e inizio. Distacco definitivo dal resto dei viventi: la morte di Homo come animale e la nascita dell' Umanità come narrazione.

 

I piedi di Lucy, una donna avvolta in un cappotto di pecora, raccontano il momento in cui ci siamo alzati per la prima volta, e abbiamo iniziato a camminare veloci verso il nostro destino. Un destino di scoperte e bellezza, e un destino di violenza. Quei piedi ci hanno portati fino a qui, oggi, nel post-covid: con QR-Code che indicano agli altri se siamo “sani” o contagiosi; apparecchi informatici che raccontano più di noi la nostra identità (abitudini, gusti, consumi, dove ci troviamo, con chi interagiamo, in cosa crediamo), mentre guerra e violenza non rallentano come veicolo privilegiato di risoluzione delle contese tra uomini, e la Natura è sul punto di rigettarci indietro, nell’oblio dell’estinzione. Per questo Lucy, prima donna, ha un QRCode tatuato (che se scansionato porta ai contenuti del festival). Per questo accanto ai piedi, che significano libertà e coraggio, significano futuro, c’è l’impronta insanguinata del dito di una mano. Il logo del festival? Forse il Logo dell’essere umano. Mani e piedi: le due cose che ci hanno reso unici, una per correre e pensare, l’altra per costruire e uccidere. Il sangue è il simbolo della vita, ma anche della morte. A noi decidere l’impronta che vogliamo lasciare sul mondo.

Ivonne Capece e Micol Vighi

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